La «Rivista storica italiana» pubblica articoli, rassegne, discussioni storiografiche, recensioni critiche di studiosi italiani e stranieri che investono l’intero arco della storia, dall’antichità ai nostri giorni e in ogni parte del mondo. Aperta ai più diversi temi e metodi della storia politica, sociale, economica, culturale, religiosa, essa adotta come unico criterio delle proprie scelte il rigore scientifico, la qualità intellettuale e l’originalità dei lavori che ospita sulle sue pagine, talora accorpati in sezioni monografiche dedicate ad argomenti specifici e volti a promuovere dibattiti a più voci. A garanzia delle proprie scelte essa si avvale di una duplice peer review per ogni articolo, affidata a storici di provata competenza scelti dal Comitato direttivo. La rivista esce in tre fascicoli annuali, con periodicità quadrimestrale, per complessive 1.000-1.200 pagine, e ospita contributi in lingua italiana, francese, inglese e spagnola.

Comitato direttivo:

Martin Baumeister, Lodovica Braida, Paolo Cammarosano, Patrizia Delpiano, Vincenzo Ferrone, Massimo Firpo, Umberto Gentiloni, Giuseppe Marcocci, Arnaldo Marcone (direttore responsabile), Luigi Mascilli Migliorini, Antonello Mattone, Marco Miletti, Mauro Moretti, Antonio Trampus, Pietro Vannicelli, Maria Antonietta Visceglia (condirettrice).

Redazione:

Antonio D'Onofrio, Frederic Ieva.

Comitato scientifico:

Luca Addante, Joachim Albareda, Eugenio F. Biagini, Dino Carpanetto, Elena Bonora, Giorgio Caravale, Maria Elena Cortese, Denis Crouzet, Christoph Dipper, Filippo De Vivo, Katherine Fleming, Miguel Gotor, Vincenzo Lavenia, Nino Luraghi, Germano Maifreda, Brigitte Mazohl, Elisa Novi Chavarria, Francesco Prontera, Stefan Rebenich, Daniel Roche, Claudio Rolle, Federico Romero, Martin Rothkegel, Lorenzo Tanzini, Giovanni Tarantino, Chris Wickham.

Valutatori (doppio cieco):

Luca Addante, Simonetta Adorni Braccesi, Antonella Alimento, Luca Baldissara, Duccio Balestracci, Federico Barbierato, Pierre-Yves Beaurepaire, Emanuele Bernardi, Emmanuel Betta, Paola Bianchi, Roberto Bizzocchi, Carlo Borghero, Glen Bowersock, Gian Paolo Brizzi, Irene Bueno, Luigi Capogrossi Colonnesi, Dino Carpanetto, Paolo Carta, Elvira Chiosi, Giovanna Cigliano, Romano Coppini, Orietta Dora Cordovana, Vittorio Criscuolo, Emanuele Cutinelli Rendina, Alberto Dalla Rosa, Marina D’Amelia, John Davis, Antonino De Francesco, Giuseppina De Giudici, Andrea Del Col, Patrizia Delpiano, Simon Ditchfield, Werner Eck, Lucia Felici, Vittoria Feola, Luca Fezzi, Marina Formica, Gigliola Fragnito, Isabella Gagliardi, Paolo Galluzzi, Miguel Gotor, Umberto Gentiloni, Andrea Graziosi, Angela Groppi, Francesco Gui, Girolamo Imbruglia, Alessandro Isoni, Lutz Klinkhammer, Nicola Labanca, Isabella Lazzarini, Salvatore Lo Re, Stefano Luconi, Germano Maifreda, Alberto Masoero, Guido Melis, Antonella Meniconi, Antonio Menniti Ippolito, Daniele Menozzi, Pierpaolo Merlin, Gian Giacomo Migone, Rolando Minuti, Guido Mongini, Renato Moro, Franco Motta, Giovanni Muto, Ottavia Niccoli, Daniela Novarese, Giuseppe Olmi, Elena Osokina, Maria Iolanda Palazzolo, Alessandro Pastore, Gabriele Pedullà, Paolo Peluffo, Corrado Pin, Carmine Pinto, Géraud Poumarède, Paolo Procaccioli, Manuel Rivero, Sandro Rogari, Federico Romero, Laura Ronchi De Michelis, Roberto Rusconi, Renzo Sabbatini, Eleni Sakellariou, Luca Scuccimarra, David Shearer, Elisa Signori, Luisa Simonutti, C. J. Smith, Francesco Soddu, Paolo Soddu, Francesca Sofia, Daniela Solfaroli Camillocci, Koen Stapelbroek, Gerardo Tocchini, Giovanna Tosatti, Francesco Traniello, Alessandro Tuccillo, Gabriella Vanotti, Stefano Villani, Ubaldo Villani Lubelli, Albertina Vittoria, Jean-Claude Waquet, Gazbriella Zarri.

 

Sito web a cura di Antonio D'Onofrio.

 

La Storia della Rivista

La rivista vanta quasi un secolo e mezzo di storia, dal momento che fu fondata nel 1884 da Costanzo Rinaudo, allievo di Ercole Ricotti e professore alla Scuola di guerra di Torino, che poté avvalersi del sostegno di studiosi illustri quali Giuseppe De Leva, Ariodante Fabretti, Pasquale Villari. Fu l’espressione italiana di un più largo fenomeno europeo, la cosiddetta professionalizzazione dello storico, che vide tra l’altro la nascita di numerose riviste “nazionali” quali la «Historische Zeitschrift» in Germania (1859), la «Revue historique» in Francia (1876), la «English Historical Review» in Gran Bretagna (1886). Diretta da Rinaudo fino al 1922 in una prospettiva erudita e informativa, la rivista passò sotto la guida di Pietro Egidi, professore di Storia moderna all’Università di Torino, che ne rilanciò la vocazione alla ricerca e alla discussione storiografica e si impegnò a preservarla dall’invadenza fascista. Dopo la sua prematura morte nel ’29 furono Giorgio Falco, Francesco Lemmi e Francesco Cognasso, tutti professori a Torino, ad assicurare la continuità della rivista. Ben presto rimasto solo alla direzione, il conservatore e sabaudista Cognasso ne traghettò il passaggio sulla sponda fascista, fino al trasferimento della redazione a Roma nel ’34, affidata alla guida di Gioacchino Volpe, che continuò peraltro ad avvalersi della collaborazione di studiosi quali Delio Cantimori, Giorgio Candeloro, Federico Chabod, Walter Maturi, Arnaldo Momigliano, Raffaello Morghen, Armando Saitta, Armando Sapori, Ernesto Sestan, Giorgio Spini. Dopo la guerra fu Chabod a prendere le redini della rivista, orientandola lungo binari storicisti e azionisti, ma soprattutto portandola a un alto livello storiografico, tale da farla diventare la più prestigiosa rivista storica italiana, come tale riconosciuta in tutto il mondo. Lungo questa strada, ma con più vigorose aperture internazionali, si mosse poi tra il 1959 e il 1994 la lunga direzione del suo successore, Franco Venturi, il maggior studioso dell’Illuminismo europeo della sua generazione, in costante collaborazione con Arnaldo Momigliano. Fu un antichista allievo di quest’ultim, Emilio Gabba, a ereditare nel ’94 la direzione della rivista, trasmessa poi a un allievo di Venturi quale Giuseppe Ricuperati nel 2006, che per un decennio l’ha guidata lungo il solco di un’aggiornata fedeltà alla sua tradizione.

Bibliografia:

Adriano Viarengo, L’assunzione della direzione della «Rivista storica italiana» da parte di Franco Venturi, in «Rivista storica italiana», CXVI, 2004, pp. 493-527;

Giuseppe Ricuperati, "La «Rivista storica italiana» e la direzione di Franco Venturi: un insegnamento cosmopolitico", ora nella raccolta di saggi dello stesso Ricuperati, Un laboratorio cosmopolitico. Illuminismo e storia a Torino nel Novecento, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2011, pp. 231-300.

 

CODICE ETICO