
Lo scioglimento per infiltrazione mafiosa degli organi elettivi degli enti locali, introdotto nel 1991, è divenuto nel corso del tempo uno strumento destinato a combattere non più un’ emergenza criminale temporalmente e spazialmente limitata, come riconosciuto dalla Corte costituzionale nel 1993, ma un fenomeno endemico in ampie zone del Meridione italiano e in pericolosa espansione in molte altre parti del territorio nazionale. Ciò ha comportato un profondo ripensamento del concetto di ordine pubblico rispetto al disegno originale dei Costituenti. Illustrata analiticamente l’attuale disciplina della materia, recentemente riformata dalla l. n. 94 del 2009, l’opera ne indica i persistenti limiti applicativi ed evidenzia che per incidere in modo strutturale sull’inquinamento criminale degli enti locali sia necessario adottare rimedi di più ampio respiro che affrontino il problema della “maladministration” nel sistema pubblico italiano, afflitto in modo pervasivo dall’asservimento dell’apparato amministrativo ad interessi particolari e dal conseguente spreco di preziose risorse pubbliche. Spunti interessanti in tal senso sono forniti dalla legge anticorruzione del 2012, che non ha però inciso sufficientemente sul sistema dei controlli, inadeguato a rispondere a quelle esigenze di moralizzazione che ormai percorrono irrefrenabilmente tutto il corpo sociale.
L'AUTORE
Vito Montaruli, Vice Questore Vicario presso la Questura di Lecce e, in precedenza, presso quella di Vibo Valentia. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze della pubblica amministrazione, specialista in Scienze delle Autonomie costituzionali, è abilitato all’esercizio della professione di avvocato. È coautore del testo I contratti pubblici nella legislazione antimafia, Roma 2010. È anche autore di vari articoli, pubblicati sulla rivista giuridica on line Diritto e diritti, in tema di legislazione di pubblica sicurezza, normativa antimafia, protezione dei dati personali, procedimento espropriativo, tutela della salute pubblica, immigrazione e procedimento disciplinare nel pubblico impiego, in cui ha approfondito frequentemente le problematiche trattate alla luce della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’Uomo.