
Il «principe» è un tipo estremo, un tipo rock, un po’ figlio di papà, assai dissidente, chiaramente sulle sue, decisamente innamorato di Cristina, in evidente polemica con sua madre, maledettamente amico di uno che non ci sta proprio con la testa, un po’ troppo in confidenza col portiere, un tipo che odia troppo suo padre. Quando non si ha più nessuno da amare o da odiare e si resta troppo soli con se stessi si rischia inevitabilmente di intraprendere viaggi per capire dove si va. Un viaggio in treno, «il principe» deve prestare solo attenzione al numero del binario di salita e alla stazione di discesa, va più che bene per lui che è un tipo con le cuffiette e gli occhi fissi su una cartina da arrotolare e mille sentimenti da nascondere. I minuti, le fermate e le persone si susseguono come le traversine tra i binari, al viaggio quasi ci si abitua e la terra ferma all’arrivo risulta sotto i piedi quasi innaturale così come il cielo che non è il cielo di Napoli, come non sono di Napoli gli occhi che guardano, le labbra che parlano e le mani che si cercano. Quando non si riesce a capire dove si è, si corre inevitabilmente il rischio di capire chi si è, la confusione regna, sennò, il bello del film, qual è? Si parte da Napoli sempre per tornare, fino a quando ci sarà una mamma o un Vesuvio che ti aspetta.
L'AUTORE
Tonino Porzio nasce a Napoli nel 1983, precisamente nel quartiere Bagnoli, dove risiede tutt’oggi. Nel 2012 pubblica con «Ad est dell’equatore» il suo romanzo d’esordio L’oceano in un bicchiere. Nel 2013 con la medesima casa editrice pubblica il racconto Il presepe di zio Tonino, contenuto nell’antologia «Fuoco sulla città». Nello stesso anno con la casa editrice «Rogiosi» pubblica il racconto «Il gol di Di Canio» contenuto nell’antologia «Una storia Azzurrissima».