La buona fede nei contratti dei consumatori
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Musio Antonio
33,00 €
Prodotto disponibile da: 31-12-9999
Isbn
8849502346
Collana:
"Univ.degli Studi di Salerno Pubblicazioni - Sezione Studi Giuridici"
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Nr. Volume
28
Formato
17x24
Nr. Pagine
256
Mese Pubblicazione
Luglio
Anno Pubblicazione
2001
L'esigenza di manipolare il contenuto di regolamenti contrattuali fortemente sperequati a danno dei consumatori non può trovare nel nostro ordinamento un'appagante risposta nella buona fede contrattuale. L'indagine comparatistica ha tuttavia dimostrato che in altre esperienze la clausola generale è capace di assolvere la funzione di riequilibrare le posizioni contrattuali più svantaggiate e quindi di invalidare, sia pure parzialmente, il contratto. Il diritto comunitario ha poi predisposto un modello di controllo contenutistico dei contratti stipulati tra professionisti e consumatori da condursi alla stregua della clausola di buona fede. La ricostruzione proposta della disciplina di recepimento offre una soluzione che, rispettosa delle diversità delle tradizioni giuridiche, sia in grado di conservare l'unità
e la coerenza del sistema civilistico interno. Il giudizio di vessatorietà viene ricondotto, così, nell'alveo della teorica dell'abuso del diritto, mentre alla buona fede viene attribuito il ruolo di criterio di valutazione dell'esercizio del potere di predisporre unilateralmente il contenuto contrattuale.
L'AUTORE
Antonio Musio è dottore di ricerca in «I problemi civilistici della persona». Oltre ad aver pubblicato articoli e note a sentenze è coautore di Pubblicità e «Garanti», in Quaderni del Dipartimento di Diritto dei rapporti civili ed economici nei sistemi giuridici contemporanei, diretti da Pasquale Stanzione, Salerno, 1998.
L'AUTORE
Antonio Musio è dottore di ricerca in «I problemi civilistici della persona». Oltre ad aver pubblicato articoli e note a sentenze è coautore di Pubblicità e «Garanti», in Quaderni del Dipartimento di Diritto dei rapporti civili ed economici nei sistemi giuridici contemporanei, diretti da Pasquale Stanzione, Salerno, 1998.