L’A. richiama la nozione di abuso del processo, elaborata a conclusione di precedenti molteplici ricerche e contributi e secondo la quale è attività abusiva qualsiasi attività di parte o di altri partecipanti al giudizio tesa a distorcere lo scopo istituzionale dell’atto processuale o del processo. Egli intende difendere la fondatezza della predetta nozione di fronte alla diffusione crescente, soprattutto nella giurisprudenza, di altra e diversa nozione di abuso processuale, secondo cui sarebbe abusiva qualsiasi attività, della parte o del difensore, volta ad attentare alla integrità del sistema-giustizia o della amministrazione della giustizia per la via della appesantimento del carico giudiziario e, in particolare, al principio costituzionale della ragionevole durata del processo, per il medio del compimento di atti comunque diretti a dilatare i tempi tecnici.
La condanna alla rifusione delle spese di lite e l’evoluzione del principio di soccombenza
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