Con la pronuncia n.15 del 29 luglio 2011, l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha preso posizione sulle questioni più controverse relative all’istituto della segnalazione certificata di inizio attività (s.c.i.a.) e alla sua importanza per le attività economiche. L’art 6 del d.l. 13 agosto 2011 n. 138 (convertito in legge 14 settembre 2011 n. 148) inserendo il comma VI ter all’art. 19 della legge n. 241/90 ha viceversa introdotto un unico strumento di tutela del terzo nell’ambito della s.c.i.a.: l’azione avverso il silenzio-inadempimento (art. 31 c.p.a.). Scopo precipuo del presente lavoro è quello di offrire una semplice, chiara ma allo stesso tempo esaustiva disamina delle diverse prospettazioni di dottrina e giurisprudenza sulla natura giuridica dell’istituto de quo e sul ventaglio di azioni a tutela del terzo controintertessato. In questo intento, infatti, si è voluto intraprendere un percorso ricostruttivo che possa delineare i fondamenti dogmatici della libera attività del privato (ex art. 41 Cost.) con quelli del contesto, eminentemente pubblico, in cui tale attività si svolge. Accantonata, d’altra parte, l’idea del regime autorizzatorio – non più rispondente all’esigenza di diminuire la superfetazione burocratica dello stato – bisognava delineare un regime alternativo che mettesse in conto un contemperamento tra la tutela dell’iniziativa economica degli attori e l’interesse pubblico generale (che si reifica nei soggetti controinteressati alle iniziative suddette) con l’ulteriore corollario della difesa processuale delle rispettive prerogative.
La S.C.I.A. e la tutela del terzo nell'evoluzione di dottrina e giurisprudenza
SKU: 9914273010
Vese Donato
49,99 €