Questo libro vuol far emergere il grande lavoro compiuto da Eduardo su un materiale umano che da regionale diventa nazionale e sovranazionale, per cui i personaggi del proletariato e del medio ceto partenopei acquistano una portata universale. Particolare rilievo è dato all'aspetto di work in progress dell'opera eduardiana, frutto della triplice attività dello scrittore, del regista e dell'interprete. Le forme letterarie in cui si esprime questo continuo accrescersi di esperienze vanno dal varietà al dramma storico alla commedia di ambientazione quotidiana in cui Eduardo fu maestro.
L'AUTORE
Barbara de Miro d'Ajeta vive e lavora a Napoli, dove è ricercatrice di Storia del teatro e dello spettacolo presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell'Istituto Universitario Orientale. Fin da adolescente si è interessata di letteratura, dando alle stampe due raccolte di poesie, Qualcosa partì dal mio cuore, Napoli, 1960 e L'isola d'oro, Milano, 1963. Un'altra raccolta di versi ha visto la luce più in là nel tempo, In margine, Foggia, 1981 (premio Montesilvano 1980). Due capitoli di un suo romanzo ispirato al '68, Oblio di un pianeta, sono apparsi su « Carte segrete ». Oltre ai vari saggi relativi al teatro e al cinema da lei pubblicati su quotidiani, riviste, atti di convegni, sono da segnalare Sulla derivazione degli atti unici di Pirandello dalle novelle, Manfredonia, 1979, Drammatizzazione di un tema narrativo in Luigi Pirandello, Rosolini, 1979, La scena, lo schermo e i simulacri, Foggia, 1984. Nel '90 è stato edito un suo scritto su due autori/attori dell'avanguardia italiana, Claudio Remondi e Riccardo Caporossi.